Cookie Consent by Free Privacy Policy website

L’amore nelle sue infinite forme: archetipica sciamanica e mito-poetica

Che cos’è l’amore da una prospettiva sciamanica?

L’amore è luce che sgorga dal cuore, e niente meno che possibilità. Una porta che si apre verso l’iridescente universo, ricco di numi, di luci, che possono guidarci ancora una volta e ancora, ogni volta che ne abbiamo bisogno.

Permettersi di aprire le porte all’amore significa azionare un interruttore che ci conduce verso strade nuove, infinite e capaci di riordinare il mondo. Non solo il nostro interiore, ma anche quello esterno. L’amore riunisce, connette, ricrea e rigenera.

Questo è un primo assunto: l’amore da una prospettiva sciamanica crea relazione. Una relazione pulita e fluida, incapace di resistenze, comoda, leggera, ma esasperante da un punto di vista di chi trattiene ogni cosa, poiché l’amore prima di ogni altro concetto libera. Prima di qualunque concezione mentale rende liberi e parte dall’amor proprio verso se stessi.

Amare quindi il proprio corpo, la propria natura, i propri desideri, il proprio passato, i propri passi, e ciò che si intende svolgere nel futuro. L’amore è una realtà complessa, ma allo stesso tempo semplice. Di base, amandosi, amando noi stessi, ameremo anche il mondo poiché noi siamo parte del mondo stesso.

Lo sciamano (o la sciamana) si fa osso cavo*, canale per gli altri mondi. Chiunque tuttavia può accogliere la prospettiva filosofica, lo sguardo, del mondo sciamanico, divenire osso cavo della vita e farsi canale per l’amore come una forza.**

Essere nell’amore significa essere un veicolo affinché esso possa fluire attraverso di noi

Non importa il nostro ruolo nel mondo, chi siamo, l’immagine o la personificazione di chi vorremmo essere. È più importante invece essere dei veicoli per l’amore. E che cosa significa da una prospettiva umana tutto questo? Significa vivere nel flusso, senza resistenze, sapendo fiduciosamente che la vita ha una sua intelligenza là dove abbiamo necessità di essere, senza aggrapparci a nulla, se non al nostro cuore, cioè a una fonte infinita di potere essenziale.

Questa è una saggezza sciamanica molto antica: nel cuore risiede l’amore dell’universo, un amore a cui si può accedere semplicemente respirando. Ad ogni respiro ci si può connettere al proprio cuore. A quel punto l’amore dilaga…nulla di più.

Alcuni ritengono che il dialogo sull’amore o sul sognare sciamanico conducano a reami filosofici astratti troppo lontani da una vita pratica e concreta del quotidiano. Questo dimostra con maggiore forza il distacco dalla natura profonda dell’anima del nostro tempo e per l’occasione condivido una citazione dal film Cloud Atlas, Tutto è Connesso, delle Wachoski, che a mio parere sarebbe stampare e appendere da qualche parte come promemoria. Nell’immagine la locandina del film.

“La fede, come la paura o l’amore, è una forza che va compresa come noi comprendiamo la teoria della relatività, il principio di indeterminazione, fenomeni che stabiliscono il corso della nostra vita. Ieri la mia vita andava in una direzione, oggi va verso un’altra, ieri crededo che non avrei mai fatto quello che ho fatto oggi, queste forze che spesso ricreano tempo e spazio, che possono modellare e alterare chi immaginiamo di essere, cominciano molto prima che nasciamo e continuano dopo che spiriamo. Le nostre vite e le nostre scelte, come traiettorie dei quanti, sono comprese momento per momento, a ogni punto di intersezione, ogni incontro suggerisce una nuova potenziale direzione”

L’amore permette di andare al di là delle apparenze

Talvolta ci facciamo uno sguardo sulle cose, su una situazione, su un evento, che sia passato, presente o che non si è ancora avverato. Sappiamo già come accadrà una situazione perché l’abbiamo prefigurata, immaginata. Ma quel tipo di immaginazione è segregato ai condizionamenti della mente, a ciò che ci è già successo.

Lasciare andare questo tipo di immagine, può essere di aiuto perché libera lo sguardo a nuove possibilità che in realtà sono infinite, come lo sono i quanti e l’energia che ci passa attraverso. Per cui acquisire una conoscenza dell’amore è importante, perché ci permette di vedere le infinite realtà che siamo in grado di creare con la mente prima di tutto, ma soprattutto con il cuore, attraverso il quale siamo in grado di realizzare una realtà molto più in linea con noi stessi e fiduciosa nella nostra natura.

Omnia vincit amor et nos cedamus amori (trad. “L’amore vince tutto, arrendiamoci anche noi all’amore”), recita un verso di Virgilio (Bucoliche X, 69), da cui deriva la locuzione latina Amor vincit omnia, citata anche da Geoffrey Chaucer nei Racconti di Canterbury dove una madre priora indossa un ciondolo su cui è incisa proprio questa frase. Virgilio nel suo componimento poetico, narra dell’amore che non conosce ostacoli. Significa che ogni cosa che appartiene all’amore torna all’amore. Interessante che l’ultimo film che chiude la serie tv Sense8 sempre delle Wachoski, nominate poco sopra, si intitoli proprio così.

La relazione con l’altro è parte della relazione con l’amore. L’altro nei suoi infiniti e molteplici volti. Il rispetto altrui è essenziale se vogliamo comprendere l’amore. A volte ci sono persone che hanno idee profondamente diverse dalle nostre, ma se siamo a un livello dell’anima, connessi all’altro, non importa cosa l’altro dica o faccia, poiché siamo in grado di amarlo esattamente per com’è. Sapendo che è tutto parte di un processo globale e comunitario. Sia che ci siano resistenze nella relazione, sia che si abbiano idee differenti.

Questo non significa che a un livello umano non si possa provare amor proprio e quando qualcuno ci fa un danno con le proprie azioni non si possano mettere dei confini sani. Anche quello è amore e fa parte dei suoi molteplici volti. Possiamo provare amore su un piano umano e relazionale, ma se siamo in grado di trasfigurarlo e trasmutarlo e vederlo nel suo più ampio e universale sentiero, allora saremo anche in grado di provare più amore.

Quel tipo di amore ci permetterà di compiere un cammino più elevato e allo stesso tempo con radici più profonde perché affonderanno nelle profondità del cuore, là dove risiede l’amore vero, quello che va al di là di ogni opinione, restrizione e concezione, mentalità o cultura di provenienza e genere. Un amore privo di colore, poiché li conterrà tutti, in ogni loro sfumatura.

L’essenziale è parte della concezione dell’amore

Quando si scende in profondità, nelle profondità del cuore, andiamo a vedere anche ciò che è relativamente essenziale a una situazione o a un problema. L’essenza è cardiaca e l’amore conduce ad essa, al centro di ogni cosa.

Se non ci sentiamo al centro, un centro di equilibrio, è perché non stiamo provando sufficiente amore. Quindi come condurci in quel luogo, in quello spazio? Ancora una volta il respiro ci sostiene in tutto questo, semplicemente mettendo una mano sul cuore siamo in grado di entrare in maggiore connessione con il nostro centro. Ma dobbiamo volerlo, perché potrebbe essere un’iniziazione; ovvero potrebbe generare un cambiamento di prospettive, e ogni volta che accade dobbiamo essere disposti a quel cambiamento.

La domanda che dobbiamo porci ogni volta che entriamo in contatto con l’amore è: «desidero cambiare le mie vedute? Le mie prospettive?», «desidero mutare l’immagine che ho di me stesso/a?». La relazione con l’amore ci porta anche a questo. Nel momento in cui lasciamo andare le maschere, incontriamo qualcosa di molto più profondo: la nostra vera essenza.

L’amore cosmico è qualcosa che possiamo raggiungere semplicemente contemplando le idee che ci attraversano. Platone lo diceva che per uscire dal ciclo di esistenze, bisogna contemplare le idee e questo era parte del processo della metempsicosi. Contemplare le idee dell’universo, le nostre idee che abbiamo del mondo, di ciò che ci circonda, ma anche quelle profonde che albergano all’interno del cosmo; ci permettono di accedere a un amore più ampio, un amore che va al di là di ogni cosa.

«Inspiro ed espiro e sono ogni cosa,
Inspiro ed espiro e sono io stesso/a il cosmo e la natura»

Quando siamo in contrasto con l’amore è perché non comprendiamo realmente la luce che vi è nelle cose e negli eventi

Alcuni ritengono che l’amore non esista, che sia una concezione effimera o semplicemente il prodotto biochimico, ormonale, o celebrale del corpo. Questa è una visione razionale dell’amore. In realtà esso è una forma archetipica, una sorgente e una fonte universale a cui tutti quanti possiamo accedere e molto spesso bussa al nostro cuore, ma siamo noi a rifiutarlo perché reputiamo di non sentirci meritevoli o abbastanza per accogliere il suo dono. Sappiate che l’amore è sempre dietro l’angolo. Questa forza archetipica è sempre pronta ad accoglierci a braccia aperte, perché è la sua essenza a possedere questa forma.

L’amore è come il Sole che inonda di vita il pianeta, non dimentichiamocelo. Questo può aiutarci a ricordare davvero chi siamo, cioè esseri in grado di illuminarci a ogni passo. Più respiriamo amore e più il nostro sogno si fa vivido, lucente e meraviglioso.

Questo non significa che ci si aggrappi a un immaginario fiabesco o naïf, perdendo il contatto con il reale (pur sapendo che le fiabe con i loro insegnamenti possano condurci ad approfondire il legame con la realtà e che l’arte naïf abbia ammantato il mondo di bellezza con le sue opere, a cavallo tra ‘800 e ‘900); piuttosto significa che ci risvegliamo. Smettiamo di vedere l’amore come qualcosa da allontanare. In esso vi è una luce incandescente e iridescente, capace di mondare ogni cosa, anche le più pallide opinioni, quelle che iperscrutano l’ombra attraverso un’analisi prettamente intellettuale che non va in profondità, là dove dimora il cuore; che sono quelle stesse prospettive che ci portano distanti dalla nostra vera natura, a conservare un pensiero che allontana dalla Terra, la madre di ogni cosa.

L’essenza dell’amore non sta all’esterno

Talvolta cerchiamo l’amore al di fuori di noi. Pensiamo che procurandoci tutti quegli abiti, tutti quegli oggetti, tutte quelle cose; si possano riempire i nostri vuoti. Pensiamo che tenendoci accanto una persona a caso questo possa esserci di aiuto a colmare il vuoto che in realtà è il vuoto stesso che lascia l’amore che non siamo in grado di contenere perché ci fa paura; perché in realtà se imparassimo ad amarci sempre di più comprenderemmo che è l’amore a colmare ogni vuoto e non avremmo più bisogno di riempire quella mancanza, perché vivremmo nell’abbondanza stessa. A quel punto le nostre relazioni ci nutrirebbero e saremmo capaci di scegliere davvero cosa è buono per noi e cosa non lo è. Questo si definisce centratura del cuore e da una prospettiva sciamanica è una qualità dell’anima che possiamo sviluppare se e solo se entriamo in relazione profonda con l’amore infinito di ogni cosa.

Viviamo in una concezione erronea dell’amore

Reputiamo che l’amore sia qualcosa di effimero, connesso principalmente al romanticismo, o che per perseguire il proprio cuore si debba semplicemente lasciarsi possedere dalle proprie emozione e dall’impeto. Ascoltare il proprio cuore da una prospettiva sciamanica significa semplicemente ottenere uno sguardo diverso nei confronti del mondo, sapendo che ogni cosa che ci raggiunge ha un dono. Anche le cose più infime possiedono una luce profonda e siamo in grado di scrutarle soltanto nel momento in cui apriamo la nostra mente, e il nostro cuore.

Aprire il cuore non è semplice, perché prima di tutto dobbiamo levare le ostruzioni e tutto ciò che ci impedisce di vedere veramente. So che queste possono sembrare parole effimere, già sentite, già masticate, e infatti l’amore di per sé non è qualcosa che si possa descrivere, piuttosto qualcosa che si deve sperimentare. Di certo non siamo qui sulla Terra per speculare semplicemente sull’amore e stare a contatto con esso solo a livello mentale. Ma l’amore è qualcosa che va esperito attraverso ogni membra, ogni fibra, ogni cellula.

È qualcosa che passa attraverso il nostro respiro, che ha inondato i nostri antenati e la cui forza ci raggiunge continuamente se e solo se cerchiamo la consapevolezza di esso. Il mare di potere che ci raggiunge attraverso i nostri antenati passa anche attraverso l’amore di chi siamo e quindi chi siamo veramente. Forse potremo saperlo soltanto se ci permetteremo di abbracciare l’amore.

La sentenza dell’amore

Per raggiungere l’amore stesso o permettere che esso ci raggiunga dobbiamo uccidere chi siamo. Ma cosa significa? Queste potrebbero essere delle parole difficili da digerire. Uccidere l’immagine che ci siamo fatti di noi stessi è importantissimo, poiché in quell’immagine esiste tutto ciò che reputiamo di essere. In realtà come esseri umani il nostro potenziale è molto più elevato, espanso e cosciente. Ma tarpiamo il nostro potere ogni volta che ci identifichiamo con un’immagine di noi stessi.

Questo non significa che le funzioni del nostro ego, delle nostre maschere non siano utili a dialogare in una dimensione ordinaria. Ma è sempre bene ricordarci che esiste una dimensione non ordinaria di cui il mondo è impregnato. Una dimensione espansa che va al di là di quelle che sono le nostre percezioni. Ricordare questo è sempre importante perché a onor del vero, sbagliando si impara, e talvolta la nostra percezione delle cose potrebbe essere errata.

Ecco perché l’amore compie una sentenza nei nostri confronti, e falcia come l’immagine più orrenda della morte tutte le immagini di cui non abbiamo bisogno per essere davvero noi stessi. E in realtà quella sentenza è semplicemente il più grande dono che possiamo ricevere dalla vita, perché ci libera da ogni costrizione e permette alla nostra anima di brillare come una stella. L’amore possiede in sé la forza della vita, della morte e della rinascita.

È l’archetipo più potente che possiamo incontrare e nel momento in cui ci fa visita è bene essere grati per la sua presenza, perché sapremo che i doni di cui ci farà sfoggio saranno forieri di grande abbondanza e immensa luce, di cui il nostro sentiero sarà lastricato, come un sentiero fatto di mattoni d’oro. L’oro di cui è fatta anche la nostra ombra, che a quel punto sarà semplicemente un ricordo. Quel ricordo di ciò che abbiamo riconosciuto nel nostro sentiero, affinché la nostra anima nella sua più pura essenza, possa brillare ancora e ancora nuovamente come una stella nella sua più intima danza amorevole, che cura.

e così ci rimettiamo in cammino…
al prossimo viaggio…

Alberto Fragasso

“L’arte è amore reso pubblico”. Sense8

* La metafora secondo la quale lo sciamano si fa osso cavo descrive lo stato da raggiungere affinché il potere dell’universo possa fluire in lui. Quando lo sciamano si trova in quello stato, il suo ego si fa da parte, permettendo al potere dello spirito di riempire il suo essere. Spiriti Alleati, pratiche sciamaniche per crescere e guarire l’anima, Edizioni Amrita, p. 50.

** N.d.A.: Per approfondimenti vi rimando al mio secondo libro, Il Tocco dello Sciamano, antichi insegnamenti sciamanici per l’uomo contemporaneo, Amrita Edizioni, 2019.