Arcobaleno

L’arcobaleno è simbolo di un ancestrale essere che tocca due punti agli estremi di uno spazio. È un arco che congiunge le terre. È un mondo a sé stante fatto di incontri, ed è lo spazio della relazione tra una persona e un’altra, poiché ogni incontro è un arcobaleno che congiunge due spazi, due universi, due campi di esistenza. Osservando il mondo attraverso gli occhi dell’arcobaleno – e possiamo proprio immaginarcelo come un meraviglioso spirito che canta e danza, come ci invitano a fare le culture native – è certamente un mondo colorato.

L’arcobaleno non ha solo sette colori, ne ha molti di più che lo spettro dello sguardo umano non è in grado di vedere e osservare, come molte altre cose invisibili ai nostri occhi e retine.

Ma il nostro occhio interiore può vedere molto più in là, molto più lontano nel tempo e nello spazio, ed è in contatto con i nostri sogni; quindi dobbiamo sempre ricordarci che ciò che vediamo non è sempre ciò che accade davvero e che il nostro occhio invisibile ci permette di vedere anche oltre. La metafisica dello sguardo è proprio quella di accogliere la prospettiva dello spirito dell’arcobaleno nei nostri occhi per poter allargare il campo della nostra visuale. Poiché se ci facciamo carico di questa visuale, possiamo abbracciare il mondo nella sua infinita molteplicità.

Un modo pratico per agire con questo intento è ricordarci che ogni sguardo di una persona cara, ma anche di una persona malata, o di qualcuno che si trova in difficoltà o che ci sta particolarmente antipatico; è una prospettiva. Osservare queste persone, o l’altro in generale – anche animali e piante – attraverso gli occhi dell’arcobaleno, ci mostra l’infinità della meraviglia, dei punti di partenza differenti da cui il mondo si osserva; poiché noi siamo parte di questo mondo, ma anche gli altri.

Quindi osservarci non è nient’altro che l’atto metafisico con cui il mondo osserva se stesso. E questa in sé è un’esperienza spirituale davvero variegata. Guardare al mondo con questa prospettiva ci aiuta a entrare nei panni dell’altro, che è ciò che più abbiamo bisogno in questo momento. Alimenta infatti la comprensione, la compassione e la compenetrazione di prospettive, nonché l’inclusione.

Di che cos’ha bisogno la comunità ora? Di persone che accolgano uno sguardo arcobaleno, cioè la capacità di osservare il mondo con colori nuovi, vivaci e lucidi, là dove questa lucentezza si è spenta. Riaccendiamo le torce del nostro cuore e permettiamo che questo sguardo ci invada. Abbracciare il mondo è ciò di cui abbiamo bisogno per essere davvero noi stessi e per portarci sulla Terra in modo nuovo.

Questo è un atto sciamanico molto potente che potremmo definire di trasfigurazione dello sguardo, ma richiede un’azione cosciente. Per cui ogni volta, all’atto pratico, che vedete che il vostro sguardo si è accanito in una posizione, si è fossilizzato e identificato fortemente con una prospettiva; pulitelo, lavatelo, proprio come se steste lavando dei panni in un torrente di luce. Permettete che un nuovo sguardo vi invada e nutrirete il mondo di nuove prospettive.

E così ci rimettiamo in cammino…
al prossimo viaggio…

Alberto Fragasso

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